RIFLETTORE PUNTATO SUL FOTOGRAFO DEL CICLISMO BEARDY MCBEARD

person Pubblicato da: Santini Sopra:

Oltre a guardarla lungo il percorso o live in televisione, ci sono tanti altri modi di seguire una gara pro; i giornali, i siti di ciclismo, i social media, e, se riuscite ad aspettare, anche le riviste. Sono tutti dei validi sostituti, ma se davvero volete vivere l’emozione della gara dall’interno del “peloton”, date un occhio al blog sul Tour de France del fotografo australiano Beardy McBeard.

Oltre a guardarla lungo il percorso o live in televisione, ci sono tanti altri modi di seguire una gara pro; i giornali, i siti di ciclismo, i social media, e, se riuscite ad aspettare, anche le riviste. Sono tutti dei validi sostituti, ma se davvero volete vivere l’emozione della gara dall’interno del “peloton”, date un occhio al blog sul Tour de France del fotografo australiano Beardy McBeard.

Proprio così, Marcus Enno di Newcastle, che sfoggia una barba importante cui deve il proprio soprannome, ha pubblicato un racconto sul Tour de France www.beardyscaravan.com.

I report giornalieri di Enno rappresentano una visione unica e straordinaria del Tour, in cui si intrecciano momenti di gara con la narrazione visiva dei momenti di riposo, le immagini dei fan, dei paesaggi, delle città e dei villaggi del tour, con i momenti più schietti ed il dietro le quinte.

Abbiamo incontrato Enno (Beardy), che ha anche realizzato i bellissimi scatti per il catalogo ed il sito di Santini, prima della sua partenza per la Francia, per capire da dove deriva la sua passione per il ciclismo, il suo nome d’arte Beardy McBeard e la sua storia di fotografo.

Santini: Come ti sei avvicinato al mondo del ciclismo?

Beardy: Ho ricevuto la mia prima bicicletta, una mountain-bike, al mio 12 esimo compleanno. Andavo a scuola tutti i giorni pedalando e mi sentivo così orgoglioso! Sono passato alle bici da strada molto più tardi, partendo da quelle a scatto fisso, una vera sfida per le numerose colline di Sydney! Qualche anno più tardi, con mia moglie abbiamo intrapreso un viaggio di 5 mesi per l’Europa in bicicletta, equipaggiandole con tutta l’attrezzatura da campeggio. Ispirato da quell’avventura, una volta tornato a casa ho comprato una bici da corsa e ho iniziato a pedalare ogni mattina prima del lavoro.

Santini: Quando hai iniziato a fare il fotografo?

Beardy: Ho frequentato dei corsi a scuola, cinema in bianco e nero all’inizio. Una volta terminato il liceo mi sono trasferito a Sydney per studiare fotografia al college e nel frattempo lavoravo part-time come assistente in uno studio fotografico. Grazie a questa prima esperienza ho iniziato successivamente a lavorare come fotografo in uno studio commerciale, dove sono rimasto per 10 anni, fotografando una vasta gamma di soggetti.

Santini: Quando si sono incontrati la tua passione per la fotografia ed il ciclismo?

Beardy: Dopo qualche anno dalla mia prima uscita con la bici da corsa, ho cominciato a postare sul mio account IG, le foto dei paesaggi che visitavo in sella alla mia bicicletta. Tutte le mattine raccoglievo scatti dei miei compagni di pedalate mattutine, lungo le spiagge di Sydney. I miei followers su Instagram aumentavano velocemente e le persone trovavano ispirazione nei miei post per uscire a pedalare la mattina presto! Quindi ho pianificato una vacanza per la 100esima edizione del TDF, dove ho scattato numerose foto, che sono diventate parte di una esposizione fotografica, la quale ha avuto molto successo e ha dato il via al mio primo lavoro da fotografo nel mondo del ciclismo. (un viaggio nella Yarra Valley Victoria con Richie Porte ospite speciale).

Santini:Hai uno pseudonimo molto buffo, da cosa è nato il nome Beardy McBeard?

Beardy: Nei primi tempi di Strava, c’erano molte più opportunità di collezionare KOM intorno a Sydney. Volevo che il mio nome fosse particolare da farmi riconoscere. E ha funzionato! Mi capita spesso che la gente mi chieda se sono io il Beardy del profilo di Strava.

Santini: Hai iniziato con la Carovana di Beardy come portfolio per raccogliere tutte le foto sul ciclismo?

Beardy: Sì, ma anche per condividerle con tutti coloro che amano il ciclismo. Seguire il “peloton” non è un lavoro semplice, e soprattutto imprevedibile! Chiunque abbia mai preso parte ad un grande tour sa quanto sia difficile la gestione della logistica, dal prenotare gli alberghi, al decidere dove fare le foto all’occuparsi di deviazioni stradali per tornare davanti ai corridori dopo essersi fermati a scattare. Dopo ogni tappa ho migliaia di foto da elaborare, così ho deciso di utilizzare Beardy's Caravan per documentare il processo. Ha avuto una risposta così grande che ho pubblicato un libro dalla mia prima carovana.

Santini: Come sei entrato in contatto con Santini?

Beardy: Avendo lavorato al Tour e al Giro d’Italia, Santini ha notato e apprezzato il mio lavoro. Così mi hanno contattato per acquistare delle immagini per il loro catalogo. La collaborazione è andata avanti con la sponsorizzazione del progetto la Beardy’s Caravan da parte di Santini e con il servizio fotografico della collezione a Malaga. E’stato un successo e sono ancora oggi l’azienda bergamasca è il mio miglior cliente.

Santini: La collaborazione con Santini ti ha permesso di provare il loro materiale da ciclismo. Quali sono i tuoi capi preferiti?

Beardy: Adoro la maglia Classe perchè è comoda e perfettamente aderente. L’ho usata durante il viaggio in Scozia e l’ho trovata perfetta anche per un viaggio così lungo. Io la indosso sempre con I pantaloncini Mago 2.0 che sono perfetti per le uscite di tutti i giorni.

Seguite la Carovana di Beardy online su www.beardyscaravan.com

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